Le sale espositive di Rovigo ospitano spesso artisti polesani. Il Delta ed i suoi paesaggi intensi e rassicuranti rimandano spesso ad una dimensione onirica, quasi malinconica, ma intrisa di poetica per coloro che sanno coglierne l’animo. Entrare nella splendida sala espositiva della Pescheria Vecchia a Rovigo ed imbattersi nell’insenta produzione di quest’artista del sud è cosa nuova, nei colori, nelle macchie di oro e nei frequentissimi nudi, nel giusto equilibrio di neri graffianti e colori insolenti. Tutto questo crea un raffinato ossimoro tra la forte cromia delle opere e la nebbiosa cornice polesana che li ospita. Nord e sud! Può sembrare un incontro improvviso e difficile, qui risolto con estrema raffinatezza e modernità.
Le opere di Francesca Amendola sono coloratissime e giustamente scelte tra i diversi periodi della sua vasta produzione per dare al pubblico un saggio delle sue capacità e della sua evoluzione artistica. Ai lati dell’esposizione proposte di vario genere, opere figurative o soggetti di fantasia, titoli come ‘senza nome’ sono volutamente evocativi per lasciare ad un bacino d’utenza raffinato libertà critica suggerita da nudi appena accennati. Francesca è un’artista intensa e molto fisica, l’evoluzione del corpo femminile l’attira nella più fedele sensibilità meridionale che vede in esso un misto di ammirazione, rispetto e tradizione. I seni, i fianchi e le curve eleganti parlano molto di più dei volti appena accennati risolti solo nella definizione di labbra carnose e ammiccanti. La donna qui è tutto, forte nel suo ruolo sociale e nel contesto familiare, sensuale e viva sia nell’immaginario maschile sia nella sensibilità di un’artista donna che ne rispetta l’identità e ama esaltarne la libertà. Di particolare prestigio è la mescolanza di chiazze di colore con figure appena accennate quasi sagomate, sintetiche e apparentemente risolte con la china. La sua è una tecnica mista, molto materica quando abbraccia l’oro, volutamente importante anche nella quantità del prodotto usato. In queste opere si assapora un tratto solare, dal forte impatto contemporaneo e molto commerciale che dimostra la sua attenzione al mercato. Amabili, e assolutamente originali le carte vegetali (accompagnate da modernissime cornici colorate) violentemente segnate dagli stessi tratti di nero che caratterizzano tutta la sua produzione.
Nella sala una piacevolissima tela, soluzione originale per le dimensioni e per la centralità con cui viene proposta, coloratissima e geniale nella combinazione a collage che avrà sicuramente riscontro nell’attenzione di un pubblico giovanile. Amendola propone le varie fasi del suo lavoro, ma insieme le diverse facce della sua sensibilità di donna e artista, le opere si differenziano per tecniche e dimensioni quasi a voler accontentare esigenze commerciali di varia estrazione. Il colore è il tratto dominante dell’opera sua e l’avvicina alla cromia di Matisse e al senso di sperimentazione che ha contraddistinto la lunga carriera del noto artista francese.
I premi e i riconoscimenti sono un tratto distintivo che la portano vicino a nomi illustri come Vittorio Sgarbi, Francesco Politano e John Spike, critico d’arte inglese.
Irene Gianello